Corsica ed Italia – comunicato

Distratti dagli eventi nell’est Europa passa quasi inosservato e nel disinteresse generale quello che sta succedendo nella vicina Corsica, l’isola del Mediterraneo a pochi chilometri dalla Sardegna è percorsa da rivolte contro l’occupazione francese che persiste dal 1769 e che è frutto di una fraudolenta interpretazione dell’accordo di intervento stipulato con la Repubblica di Genova (in seguito annessa al Regno di Sardegna e quindi allo stato italiano dopo la unificazione).
Casus belli é l’aggressione in carcere, avvenuta il 2 marzo, al leader indipendentista Yvan Colonna da parte di altro detenuto jihadista, Colonna, entrato in coma per le percosse ricevute, é mancato il 21 marzo. L’episodio ha riportato alla ribalta le mai sopite istanze di indipendenza dei corsi, manifestazioni e proteste in tutta ‘isola al grido di “Statu francese assassinu”, il governo di Parigi ha inviato truppe anti-sommossa e contestualmente si é dato disponibile a concedere autonomia alla Corsica.
Tuttavia é una promessa che appare poco credibile, anche perché porterebbe a richieste di autonomia anche da parte di altre regioni della Francia, come ad esempio la Bretagna. Indubbiamente i legami culturali ed anche linguistici, basti vedere i cognomi in uso, sono maggiori con l’Italia che con la Francia, anche un rapido sguardo ad una cartina geografica lo conferma. Naturalmente il governo italiano si disinteressa completamente della questione, non si tratterebbe di ingerenza in affari di altro stato, basti dire che più volte l’Austria è intervenuta per perorare la causa della popolazione di lingua tedesca dell’Alto Adige che, notoriamente, gode di ampie autonomie e bilinguismo dalla fine della II Guerra Mondiale ed che è tutelata con apposite leggi anche nella sua rappresentanza parlamentare.
Una Corsica indipendente, per quanto legittima ispirazione, dovrebbe dotarsi di una serie di strutture internazionali (ambasciate/consolati), stringere accordi commerciali con le altre nazioni, battere moneta oppure  entrare nel “calderone” della UE accettandone le conseguenze e presumibilmente con poca voce in capitolo ed un nemico giurato: la Francia.  A questo punto per la Corsica sarebbe sicuramente più conveniente diventare la 21° regione italiana, fissando fin da subito ampie autonomie, che sono previste dalla nostra Costituzione ed applicate ad alcune regioni, scelta che naturalmente deve avvenire a seguito di consultazione popolare.

Invitiamo quindi il nostro governo, invece di rincorrere avventure belliche, ad interessarsi di una questione mediterranea e che ci riguarda molto da vicino. 

Da parte nostra, comunque finisca, massima solidarietà al popolo corso!

22 marzo 2022

Massimo Bosso – Coordinatore Nazionale MSFT

 

 

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